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L’individualità e l’energia sono essenziali all’universo.  

Quando in osteopatia si studia il micromovimento della struttura, si è obbligati a considerare due cose:

- la struttura, che è il supporto del nostro lavoro e

- l’energia fondamentale, che va a manifestare la struttura stessa. 

Quando si studia l’embriologia si nota che l’energia del sistema in formazione è presente già prima della comparsa della struttura materiale, fisica, e quindi si può dire che c’è una “forma – energia” che precede e corrisponde alla “forma - materia”. Si può anche dire che la comparsa del movimento energetico è anteriore alla comparsa delle strutture anatomiche.

Quando si lavora sul movimento embriologico in osteopatia si va a rilanciare nei tessuti l’energia fondamentale che permane durante tutta la vita di un individuo, ma che per diverse circostanze può essere alterata o bloccata.  

Poiché la comparsa del movimento energetico è anteriore alla comparsa delle strutture anatomiche, si può trovare in clinica un problema di circolazione energetica, che non è necessariamente manifesta anche nella struttura anatomica; così come è possibile che esista una problematica a carico della struttura anatomica, senza che questo abbia intaccato anche l’aspetto energetico.

Fra i vari principi che ritroviamo in osteopatia due sono particolari per comprendere il sistema Uomo.  

1- L’uomo è equivalente ad un sistema aperto capace di autoregolazione;

2- Il sistema nervoso separa, filtra, organizza, sintetizza e unisce l’informazione, è quindi definibile sistema cibernetico.  

Cosa significa che l’Uomo è “sistema aperto”? Significa che l’Uomo per la sua sussistenza ha necessità di essere in relazione con l’esterno. Ne ha bisogno per la sua autoregolazione. L’Uomo attinge dall’esterno per avere l’aria, l’acqua e il cibo, e l’energia. Energia è la luce solare e lunare. L’energia è più genericamente l’elettromagnetismo.

L’Uomo è altrettanto in grado di gestire una propria autoregolazione interna, che è legata al funzionamento del sistema nervoso (sistema cibernetico).

(Tratto e tradotto da Appunti di François Laurent DO.MROF)

Quando il bambino nasce è in una unità totale con se stesso e con quello che lo circonda e, non avendo la nozione di se stesso, non può fare come l’adulto una relazione/separazione tra “dentro di sé” e “fuori da sé”. Egli si percepisce come un tutt’uno e in questo tutt’uno ingloba ciò che gli sta attorno.

In seguito l’educazione insegna al bambino che ogni cosa si trova all’esterno di sé e questo comporta che l’unità che egli vive progressivamente viene destrutturata a favore di una percezione parcellizzata della realtà.  

È il mentale che progressivamente differenzia le cose e che non permette più di percepirle come unità. L’adulto paragona sistematicamente l’interno con l’esterno per gestire l’aspetto emozionale. Ma tra l’aspetto emozionale e quello corporeo vi è di mezzo il mentale. Il mentale è costruito dal nostro cervello e, insieme all’emozionale e allo psichico, crea filtri di lettura per la realtà che ci circonda che corrispondono a quanto apprendiamo. Ciò che non è riconosciuto, o che è troppo doloroso o difficile, etc., viene eliminato. E progressivamente “la nostra visione e percezione della realtà si rimpicciolisce, si chiude”.  

Oggi è importante ritrovarsi in un unità con tutte le parti di noi e le parti del nostro “Universo”.  

Per questo il lavoro che dovremo faresarà un lavoro di progressiva riapertura del nostro sistema strutturale corporeo, che è l’elemento tangibile della Vita che si esprime in noi, al fine di consentire una capacità di apertura maggiore verso noi stessi e ciò che ci circonda (l’Uomo è un sistema aperto). (Anna Tarozzi DO.)

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