Osteopata Anna Tarozzi
Mantova e Cervia
LA VALUTAZIONE OSTEOPATICA
L'osteopata non s’interessa esclusivamente al dolore, ma considera il paziente come un’unità che deve essere valutata nel suo complesso.
L'operatore deve scoprire in modo preciso l’origine delle tensioni e dei blocchi che limitano la mobilità dei diversi tessuti. Gli osteopati, per conseguire del Diploma in Osteopatia (DO), sono formati con un lungo percorso di 6 anni , che permette loro di acquisire una profonda conoscenza delle strutture del corpo (ossa, articolazioni, organi, visceri, muscoli, ecc.) e una estrema finezza del tocco, in grado di rilevare le tensioni nascoste e/o movimenti particolarmente fini. Purtroppo, il termine osteopatia, con il suo prefisso greco “osteo” che significa sia "struttura" che "osso" può dare un’immagine troppo restrittiva della metodica.
L'approccio osteopatico non corrisponde all'applicazione di protocolli predefiniti.
Un buon osteopata ad ogni seduta fa una valutazione del paziente per determinare quale sia il miglior trattamento. È per questo che gran parte della consultazione è dedicata al colloquio e all'esame fisico del paziente. Non c’è da stupirsi se l’osteopata pone delle domande che sembrano distanti dal problema, o se va a ispezionare, toccare, mobilizzare parti del corpo che “non fanno male”. Per capire il disordine funzionale e metterlo in relazione alle strutture che possono esserne state coinvolte, l'osteopata deve fare:
• una valutazione palpatoria per analizzare i movimenti delle articolazioni, l’elasticità dei tessuti …;
• una valutazione eziologica, che consiste nel collegare i sintomi con le restrizioni di mobilità che ha identificato, per determinare la causa del problema;
• una valutazione di esclusione (a volte chiamata “ diagnosi negativa” ) per mettere in evidenza eventuali patologie organiche che necessitano in modo prioritario diun intervento medico o chirurgico.
Solo dopo questi passaggi l'osteopata può iniziare il trattamento.
“Come un orologiaio controlla, ingranaggio per ingranaggio, ciò che può mettere l'orologio in panne, noi utilizziamo tutte le potenzialità della nostra mano per poter ristabilire armonia e buon funzionamento dei tessuti. Andando oltre il sintomo, siamo interessati alla storia del corpo, ai suoi traumi: tutti, anche quelli passati, che a volte passanoinosservati”. François Laurent DO MROF
IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO
La capacità di adattamento dell'individuo al suo ambiente è il principio del trattamento osteopatico.
“Il principio del trattamento osteopatico è di permettere al sistema corporeo di recuperare “lo stato di salute” , da intendersi come lo stato “dell’organismo in cui riesce a stabilire e mantenere delle relazioni armoniose in se stesso e col suo ambiente”. Tratto e tradotto da Pierre Tricot – 2003 – Les fondements de l’ostéopathie.
Maggiore è l’equilibrio di un corpo, maggiore sarà la sua capacità di relazionarsi con l’esterno.
“Per fare questo l’obiettivo più importante è il ritorno alla verticalità. Per l’osteopata la verticalità non è il filo a piombo, ma la libertà di movimento dei punti chiave della verticalità umana. Essa è garantita prima di tutto da un corretto appoggio bipodale in stazione eretta, dallo sguardo all’orizzontale, dalla testa stabile sul rachide per la salvaguardia del sistema nervoso centrale (SNC), con l’apporto del sistema vestibolare. Se e quando le funzioni di assimilazione, di trasformazione e assimilazione sono in equilibrio e capaci di autoregolazione, permetteranno all’insieme del sistema locomotore di conservare la propria autonomia per gestire l’energia di verticalità necessaria all’evoluzione dell’essere. Successivamente sarà l’interazione tra pensiero conscio e inconscio della persona che interverrà imponendo le proprie leggi sull’adattamento di questa verticalità dell’essere. Non bisogna confondere verticalità dell’essere con la conformità alla verticale.” François LAURENT DO MROF- Philosophie de l’osteopathie. Terminologie et Principes de l’Osteopathie.
La verticalità del corpo è data da più sistemi, che l’osteopata è tenuto a verificare, e che sono (includendo naturalmente il ruolo dell’arteria e della informazione neurologica):
- l’apparato muscolo scheletrico,
- l’apparato viscerale,
- il meccanismo cranio sacrale.
Il trattamento consiste nel ridare articolarità alle strutture ossee e nel mobilizzare i tessuti che avvolgono muscoli e organi. Permette di ridurre e riequilibrare la tensione di queste strutture e di agevolare lo scambio dei liquidi che esse contengono: sangue, linfa, liquido cerebrospinale ...
La valutazione osteopatica, prendendo in conto la persona nella sua globalità, cerca di mettere in relazione disturbi fisici con il contesto psico - emozionale in cui la persona vive, l’aspetto nutrizionale, lo stile di vita etc.
Aspetto nutrizionale. Sostanze nutritive mal assorbite dal corpo o tossiche possono causare perturbazioni della sua fisiologia. Senza sostituirsi ai nutrizionisti, l’adattamento nutritivo offerto dall’osteopata consiste nel proporre una correzione dei difetti alimentari: sia una diminuzione degli alimenti a forte potere tossinico, sia una integrazione negli apporti in caso di carenze.
La relazione con l’ambiente esterno. L’igiene e lo stile di vita rivestono un ruolo importante in osteopatia. Se l’igiene è notevolmente progredita fin dai tempi degli iniziatori dell'osteopatia, il nostro stile di vita moderno ha acquisito nuovi mali, fra i quali lo stress figura in primo piano. Shock emotivi, prolungate situazioni di stress o condizioni ambientali avverse possono influenzare eperturbare la fisiologia del corpo. Il disturbo funzionale che ne conseguirà non avràquindi, un’origine puramente meccanica. Tratto e tradotto dal sito del ROF www.osteopathie.org
L’obiettivo in un primo tempo è quello di ottenere un miglioramento globale del paziente che lo avvicini al meglio e il più velocemente possibile allo stato ideale di salute.
“Il benessere, o il ritorno alla salute, non significa che il corpo diventa perfetto, ma semplicemente che ritrova la sua capacità di creare l’armonia.
La salute è dunque relativa alla capacità dell'organismo di gestire correttamente, in armonia il suo rapporto con l'ambiente interno/esterno.
Poiché la vita è il cambiamento, la salute, anche se potenzialmente presente e permanente, non è mai acquisita.È il risultato della ricerca costante di un equilibrio, che è continuamente rimesso in discussione, per adattarsi alle esigenze dell’istante. L’equilibrio assoluto e statico non esiste in un corpo vivente.
Così, l'azione dell’osteopata è quella di ripristinare le condizioni che permettono all’organismo di ritrovare un'armonia, che manifesti la salute:
"Rimuovete tutti gli ostacoli e, quando questo è fatto in modo intelligente, la natura farà il resto." A. T. Still, Autobiographie.
In questa ricerca, l'osteopatia non è ovviamente un approccio esclusivo o unico, ma è un supporto essenziale per integrare le equipe che lavorano per la salute, e che portano la considerazione all’essere nella sua globalità.” *
* Tratto e tradotto da Pierre Tricot – 2003 – Les fondements de l’ostéopathie.