

Osteopata Anna Tarozzi
Mantova e Cervia
Osteopatia e Ortodonzia
C'è un forte legame tra postura e occlusione. L’occlusione determina la posizione della mandibola (mascella inferiore) nello spazio. Questa posizione influisce sulla postura attraverso le catene muscolari e fasciali che percorrono tutto il corpo dalla testa ai piedi. Anche la dura madre deve essere annoverata fra le possibili responsabili di cattivi atteggiamenti posturali che influenzano dal cranio il resto del corpo e viceversa.
Una posizione asimmetrica della mandibola, per quanto piccola, provoca la contrazione di alcuni muscoli generando una modificazione della postura, essa stessa una fonte di problemi alla colonna vertebrale, ma anche alla testa (torcicolli, mal di testa, mal di schiena etc..). Quindi quando la mandibola si sposta, il corpo deve adattare. In ugual modo, quando è il corpo a spostarsi, sarà la mandibola a compensare. La relazione tra corpo e mandibola è quindi biunivoca e va valutata nella sua interezza e reciprocità.

Legame tra postura e occlusione

Muscoli masticatori
Osteopatia, un aiuto prezioso. Una importante collaborazione con l’ortodonzista.
Qualsiasi intervento che comporti modifiche occlusali (apparecchi ortodontici, protesi, estrazioni) comporta un adeguamento posturale. L'intervento dell’osteopata può facilitare questo adattamento, o può correggere i fastidi correlati. L'osteopatia è particolarmente utile nei casi di trattamento ortodontico, di ricostruzione della occlusione, o per trattare problemi a carico dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM). Il lavoro dell’osteopata ottimizza e accelera il trattamento ortodontico (a condizione che questi vada nella direzione della fisiologia posturale).
L'osteopatia, entro certi margini, può aiutare a minimizzare le conseguenze di una cattiva occlusione, anche quando non vi sia intervento ortodontico. Tuttavia fin a quando vi sia una reale mal occlusione, le correzioni osteopatiche non possono durare a lungo ed i problemi (schiena, muscoli, articolazioni, tendini) ritornano. Quindi, una stretta collaborazione tra dentista e osteopata è necessaria per superare un problema (dolori di schiena o mal di testa muscolo tensivi, etc.) la cui origine risiede in una cattiva occlusione.
Osteopatia e apparecchi ortodontici
Lo scopo degli apparecchi è funzionale (avere un’occlusione il più normale possibile) ed estetico.
Per ottenere il risultato l'ortodontista utilizza apparecchi correttivi che mantengono sollecitazioni meccaniche che obbligano i denti ad allinearsi nel modo desiderato.
Tuttavia, molti ortodontisti ignorano il concetto craniale e la mobilità delle strutture ossee craniali.

Un apparecchio ortodontico, come qualsiasi ortesi, può influenzare il meccanismo di respirazione cranio sacrale alterando talvolta lo stato di benessere della persona.
Se accettiamo l'idea di un cranio composto da parti articolate e mobili, è chiaro che il posizionamento di apparecchi ortodontici fissi comporta rigidità ed alterazioni del funzionamento del sistema craniale e, tramite esso, della mobilità di tutte le strutture del corpo.
Posto che in alcuni casi la correzione con allineamento dei denti può risultare necessaria o addirittura indispensabile, perché una cattiva occlusione può avere effetti negativi a lungo termine sull’insieme dell’organismo, diventa fondamentale, in collaborazione con l’ortodonzista, verificare cosa succede quando viene applicato un apparecchio o una modifica, se la postura cambia e di quanto, e in che direzione, positiva o negativa, parametro fondamentale soprattutto in un giovane paziente.
I bambini (ma anche gli adulti) che ricevono trattamenti ortodontici mostrano spesso segni che indicano chiaramente che il loro sistema corporeo, che è molto malleabile, non riesce a gestire le limitazioni imposte dall’apparecchio odontoiatrico:
- mal di testa, sinusite,
- difficoltà di attenzione e concentrazione,
- dolori corporei diffusi, dolori vertebrali, comparsa o peggioramento della scoliosi,
- cambiamenti di umore (nervosismo, irritabilità, disturbi del sonno),
- vertigini,
- disturbi visivi.
Un trattamento osteopatico regolare intervallato al trattamento ortodontico è necessario per superare questi dolori, controllare e guidare le reazioni del cranio e del corpo all’apparecchio.
Sarà importante imparare ad osservare e ascoltare il proprio bambino (ma anche l’adulto potrà prestare a se stesso la stessa attenzione!). Una lamentela ripetuta e “nuova” che insorga durante il trattamento ortodontico, deve mettere in allerta.
In caso di recidive dell’ortodonzia...
Se la posizione dei denti è scorretta a causa di anomalie di funzionamento del meccanismo craniale, l'osteopata può intervenire per cercare di migliorare e regolare questa funzione. Talvolta è proprio in questi casi che un intervento ortodontico non riesce a mantenere i risultati raggiunti, perché “a monte” vi è una problematica craniale che obbliga il sistema a tornare in disfunzione. E, una volta rimosso l’apparecchio, si ha una recidiva del lavoro del dentista.
Limiti dell’osteopatia…
Il solo intervento osteopatico d’altro canto non è sempre sufficiente a riarmonizzare problematiche occlusali (specialmente se il bambino non è più piccolino). A quel punto sarà necessario ricorrere all’ortodonzia, dopo aver liberato e corretto tutto ciò che è possibile con l’osteopatia. Una volta che le strutture craniali sono rilasciate, oppongono meno resistenza alla correzione ortodontica. Questo significa anche un tempo minore di trattamento ortodontico.
In generale
E’ consigliabile seguire il bambino durante tutto il trattamento ortodontico con l’osteopatia per aiutare il sistema corporeo ad adattarsi allo stress che impone l’apparecchio. E sarà altrettanto importante rivedere il bambino (o l’adulto), al momento della rimozione dell’apparecchio, per riarmonizzare il sistema craniale e posturale generale.
Un protocollo che funziona