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La lesione osteopatica: basi teoriche*

• LA DISFUNZIONE SOMATICA OSTEOPATICA

La disfunzione somatica osteopatica è una reazione meccanica e fisiologica di una struttura del corpo in risposta a uno stress o un’aggressione. Questa può essere un trauma, sforzi ripetuti, un disturbo della postura, una malattia, stress psico-emozionale o fattori ambientali (cattiva alimentazione, stile di vita malsano, inquinamento ...) ... I blocchi nella struttura vivente si verificano quindi sempre in seguito a conflitti all'interno del sistema stesso o tra esso e l'esterno.

Qualunque sia l'origine del conflitto, la risposta sistematica della vita sembra essere la contrazione, il ritiro, il blocco, che caratterizza la disfunzione osteopatica. Per mezzo del legame delle interrelazioni tissutali, e seguendo le leggi di causa-effetto, questa restrizione di mobilità darà segni anche a distanza su una o più strutture. Il sintomo quindi, è esclusivamente un effetto, e converrebbe identificare la causa. La conoscenza che l'osteopata ha dell'anatomia e della fisiologia, e la sua sviluppata percezione della struttura vivente gli permettono di risalire alla causa. E’ della causa che l’osteopata si occupa, a livello di micro o macro movimenti.

• IL FENOMENO DI ADATTAMENTO/COMPENSAZIONE

In risposta a un fattore limitante, il corpo organizza una risposta che gli permette di adattarsi a questo nuovo evento. Esso cerca di compensare attraverso varie strategie: riequilibrio della struttura (reazione meccanica modificando la tensione muscolare o la mobilità articolare) e / o modificazione delle proprie funzioni (risposta fisiologica a livello degli organi). Questo è un fenomeno normale, che inizialmente è reversibile, se la disfunzione (o blocco) cessa o se non è stata troppo violenta. Il corpo possiede i propri meccanismi di regolazione, per questo la restrizione di mobilità può risolversi naturalmente senza l'intervento esterno dell’osteopata. In questo caso la struttura coinvolta ritrova la sua piena funzione e la totale mobilità. Gli adattamenti del corpo cominciano essenzialmente reclutando i muscoli perché è un modello di adattamento molto rapido e facilmente modulabile. E’ questa la ragione per la quale si può essere colpiti da un forte e improvviso dolore muscolare, senza che necessariamente lo si possa collegare ad un fenomeno particolare. Ma il muscolo è un grande consumatore di energia. L'organismo allora cercherà di trovare un'altra soluzione che permetterà al corpo di attingere meno alle proprie risorse. Per fare questo il corpo ripartirà il lavoro su diverse zone. E’ per questo che la persona percepirà come se il dolore si fosse spostato. In realtà questo è lo stesso fenomeno che sta evolvendo, ma la causa è la stessa. Quando questi meccanismi sono insufficienti, e non riescono a regolare la disfunzione, il corpo si scompensa gradualmente, creando un disturbo funzionale persistente.

• DISORDINE FUNZIONALE

Il disordine o disturbo funzionale traduce un malfunzionamento nell’organismo. Esso può assumere molte forme. E' molto spesso accompagnato da dolore, ma non necessariamente. Il dolore inoltre non è proporzionale all'intensità della disfunzione. Si dice spesso che il disordine funzionale è uno stato intermedio tra la salute perfetta e l'insorgenza della malattia. La realtà è più complessa. Tutte le alterazioni funzionali non progrediscono verso una malattia organica, per fortuna. Come è stato detto precedentemente, l’organismo si adatta continuamente al suo ambiente. Il disturbo funzionale accompagna questo stato di instabilità, alla ricerca di un nuovo equilibrio più adatto alla situazione. Esso diventa patogeno (fonte di malattia) solo se perdura, se l'organismo non riesce a trovare un nuovo stato di equilibrio. E’ questo il caso in cui l'azione del osteopata è sia curativa che preventiva. L'osteopatia può ridurre gli effetti dannosi dei disturbi funzionali sia rimuovendo la loro causa, sia riducendo il loro impatto nel tempo.

* Tratto e tradotto dal sito del ROF www.osteopathie.org

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