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TRATTAMENTO DEL TRAUMA CRANICO:
indicazioni generali

TRATTAMENTO MEDICINA TRADIZIONALE


Il trattamento del trauma cranico è strettamente correlato all'entità del danno subìto dal paziente.

•Se il trauma cranico è lieve il trattamento prevede il monitoraggio e il riposo fisico e cognitivo (riduzione di alcune attività come il lavoro, la scuola, giocare con i videogiochi e scrivere testi).

•Nel caso in cui, invece, il trauma cranico sia moderato o grave e sia associato a lesioni cerebrali, naturalmente, il medico provvederà immediatamente al ricovero ospedaliero del paziente.


TEMPI DI RECUPERO

La prognosi di un trauma cranico può variare da un recupero rapido e completo (ad esempio se il colpo ricevuto è di lieve entità e non determina sanguinamento né danni), ad una disabilità permanente (quando il danno cerebrale è irreversibile), arrivando fino al coma o al decesso nei casi più gravi.

Un trauma cranico è lieve in circa il 90% dei casi, mentre è grave nel restante 10% dei casi.

Nei casi benevoli 10 – 15 giorni fino a 3 mesi

Queste sono le tempistiche entro le quali normalmente si manifesta la regressione e la risoluzione dell’infiammazione cerebrale.

I sintomi scompaiono, ma OSTEOPATICAMENTE sarà sempre possibile identificare il trauma.

Se dopo questo periodo lo stato infiammatorio della glia persiste, si genera una reazione a catena che mantiene attiva la risposta infiammatoria che si cronicizza.

Persiste l’edema cerebrale e si va incontro alla morte neuronale. Ovvero si va verso la DEGENERAZIONE DEL TESSUTO NERVOSO, o Sindrome Post Traumatica.

I traumi possono comportare nel tempo lo sviluppo di diversi sintomi e/o patologie che normalmente sono attribuiti all’invecchiamento e difficilmente vengono messi in relazione con il trauma.


SEGNI CHE POSSONO INDICARE LA DEGENERAZIONE DEL TESSUTO NERVOSO

-Velocità di riflessi (fisici e mentali) diminuita;

-Nebbia mentale e/o confusione

-Difficoltà di concentrazione/attenzione

-Perdita di memoria

-Rigidità degli arti

-Disturbi del sonno

-Fatica cronica

-Epilessia (traumatica o tossica)

-Autismo

-Demenza

-Morbo di Parkinson

-Malattia di Alzheimer


Difficoltà a leggere o a guardare la televisione, difficoltà a mantenere la concentrazione possono lasciar pensare a commozioni vecchie misconosciute.


Teniamo presente che:

•Persone adulte possono mostrare sintomi che derivano da traumi craniali avvenuti 20 o 30 anni prima.

•A causa dell’invecchiamento, i nostri sistemi sono meno capaci di compensare e iniziano a manifestare i segni della commozione cerebrale.

•Le commozioni cerebrali possono non essere rilevate dagli esami (TAC, RMN…) e possono sfuggire alla diagnosi medica.

•I traumi di lieve entità normalmente non sono seguiti (viene indicato riposo).

•Utilizzando la palpazione osteopatica è possibile determinare la loro localizzazione e grado di severità, anche in caso di assenza di positività dei test diagnostici.

•L’osteopatia è uno strumento affidabile e utile che può fornire un trattamento efficace.


IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO

Come può venire in aiuto l’osteopatia?

Problemi principali da gestire

Occorre tenere presente la possibile sovrapposizione di lesioni (vecchie e nuove) che può rendere il quadro clinico più complicato. Inoltre i Pazienti hanno reazioni diverse a seconda del loro terreno antecedente al trauma, del loro stato d'animo e dell'ambiente o contesto in cui vivono. Ragione per cui è necessario prestare attenzione allo stato psico-emozionale della persona.

Occorre lavorare specificamente sulla struttura per eliminare la tossicità e favorire il drenaggio e la pulizia dei tessuti, in modo che il fattore infiammatorio diminuisca e permetta alle strutture di stabilizzarsi e recuperare.

Il danno cerebrale da trauma cranico colpisce:

1) Il tessuto neurologico

2) Il sistema vascolare

3) Il sistema gliale o cellule della glia hanno funzione nutritiva, di sostegno, IMMUNITARIA ma anche di DRENAGGIO per i neuroni: il SISTEMA GLINFATICO.


IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO COME AGISCE

Libera le strutture funzionali di base: (osteoarticolari, neurovegetative, vascolari e del liquor, e infine neurologiche) con l’obiettivo di ripristinare la normalità degli scambi (apporto sanguigno e drenaggio) fra i vari tessuti e zone corporee migliorandone la funzione ed evitandone la degenerazione.

Una struttura articolare in disfunzione avrà una mobilità ridotta.

Minor mobilità significa minor flusso di sangue in arrivo e in uscita; significa minor nutrimento per le aree che stanno lavorando per rigenerarsi. E significa anche maggior ristagno, minor drenaggio e minor pulizia del tessuto cerebrale, e quindi aumento dell’infiammazione e della degenerazione dei tessuti.

La liberazione della struttura consente il recupero della corretta vascolarizzazione e drenaggio.

Questo permette all’area che ha subito il trauma di ricevere sangue e nutrimento e di smaltire velocemente i cataboliti tossici, con conseguente recupero della funzionalità in tempi più veloci.


FREQUENZA DEI TRATTAMENTI.

• NEL PAZIENTE ACUTO:

Dopo il primo mese:

è consigliabile una seduta ogni 3 o 4 giorni o almeno una volta alla settimana

• NEL PAZIENTE CRONICO:

Un trattamento ogni 15 giorni.


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